Il punto zero è l'accettazione totale e l'apertura alla vita. Parte 4.
Sat Nam miei cari fratelli!! Pioggia di benedizioni!!
Continuiamo con il post del video: Punto zero un salto verso l'istante. E' un video realizzato da Yanina Solis.
Qui lascio l'audio mp3 di questa parte 4 del video-Punto zero un salto verso l'istante-4.
Nell'accettazione è quando
posso creare un vuoto dove se c'è qualcosa fuori del campo quantico
quello possa venire a me.
Pero questo sarà possibile sempre e
quando io decida di accettare di vivere pienamente la mia vita e
smetta di avere paura di essa. Questo è l'unica cosa di cui
necessito per ritornare. La vita è intensità.
Nella prima parte del viaggio ci
siamo proposti di rifiutare quell'intensità. Allora la nostra
personalità ci serviva da bottiglia, perché quando le onde battono
questo ci aiuta a capire quel senso di separazione.
Il dolore non è che la conseguenza
della mia credenza che sono separato del tutto e quando dico
dolore non mi riferisco soltanto alla tristezza o a quelle emozioni
che abbiamo etichettato di cattive, ma anche a quelle buone.
Perché incluso quando siamo felici
sentiamo nel più profondo di noi quel dolore che quella felicità
non sarà per sempre.
Perché la definizione di felicità per
noi non è costante, invece è quella che sta tra due onde
cattive.
Quando siamo felici abbiamo paura di quella onda che verrà a toglierci la felicità. Allora non c'è pienezza.
Quando siamo felici abbiamo paura di quella onda che verrà a toglierci la felicità. Allora non c'è pienezza.
La separazione crea inevitabilmente
dolore, compresso quando io credo che sono felice. E questo è
semplicemente perché io sto costantemente cercando la felicità.
Allora nella prima parte dello
sdoppiamento veniamo ad esperimentare quel dolore che si produce
quando questo oceano che è pura intensità batte contro la nostra
personalità.
Quella personalità, quel virtuale che
non è altra cosa che la credenza che ciò che sta accadendo nella
mia vita dovrebbe essere differente.
Perciò abbiamo etichettato le onde e
abbiamo fatto della nostra vita una costante lotta contro ciò che
sta accadendo.
Questo non potrebbe funzionare se io
non avesse l'illusione che posso controllare le onde. Però
quella illusione non è vera.
Non possiamo controllare l'oceano,
anche se abbiamo l'illusione che possiamo farlo. Ci aggrappiamo a
questo soltanto perché questa esperienza di separazione abbia
senso e da cui si possa trarre beneficio.
Senza quella illusione non potrebbe
essere possibile l'esperienza.
Nel cammino di ritorno comprendo che
sono venuto in un autobus, che non l'ho guidato mai e che l'unica
cosa che dovevo fare era vedere il paesaggio e dare informazione.
E inizio a lasciare andare quello
che io ho creduto che era il volante della mia vita. Inizio a fluire.
Allora tornando allo esempio
dell'oceano: ogni volta che l'oceano batteva la mia bottiglia,
nella mia personalità sorgeva quel dolore che mi ricordava la mia
scelta di separazione.
La mia scelta di credere che questo non
dovrebbe accadere. Allora adesso nel cammino di ritorno utilizzeremo
quella intensità senza classificarla. La utilizzeremo per
ritornare. Per vedere dove non sto accettando e dove non sto fluendo.
Grazie bellissimo essere! Pioggia di benedizioni e ci vediamo al prossimo post. Namastè!! Ti amo.