Il mondo che vedono i santi è bello perché ciò che vedono in esso è la sua propria innocenza. Parte 1.
Sat Nam bello essere divino!
Il perdono vede solo l'impeccabilità e non giudica. Questo è il modo per arrivare a Te. I giudizi coprono i miei occhi e mi accecano. L'amore riflesso nella forma del perdono mi ricorda inoltre che mi hai fornito un cammino per ritrovare la Tua pace. Sono redento quando scelgo di seguire questa strada. Tu non mi hai lasciato indifeso. Dentro di me rimane il tuo ricordo così come quello che mi porta a Egli. Padre, oggi voglio sentire la Tua Voce e trovare la pace. Perché voglio amare la mia identità e trovare in esso il ricordo di Te.
Capitolo
20
Il perdono vede solo l'impeccabilità e non giudica. Questo è il modo per arrivare a Te. I giudizi coprono i miei occhi e mi accecano. L'amore riflesso nella forma del perdono mi ricorda inoltre che mi hai fornito un cammino per ritrovare la Tua pace. Sono redento quando scelgo di seguire questa strada. Tu non mi hai lasciato indifeso. Dentro di me rimane il tuo ricordo così come quello che mi porta a Egli. Padre, oggi voglio sentire la Tua Voce e trovare la pace. Perché voglio amare la mia identità e trovare in esso il ricordo di Te.
Cosa sono - come agiscono - come si usano
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La
visione della santità.
III- Il peccato come aggiustamento.
1. La credenza nel peccato è un
aggiustamento.
Un aggiustamento è un cambiamento: una alterazione nella percezione o nella credenza che ciò che era prima in qualche modo adesso è diverso.
Un aggiustamento è un cambiamento: una alterazione nella percezione o nella credenza che ciò che era prima in qualche modo adesso è diverso.
Ogni aggiustamento pertanto è una
distorsione e ha bisogno di essere difeso per sostenerlo contro la
realtà.
La conoscenza non ha bisogno di
aggiustamenti e infatti si perde se è portato alla fine qualsiasi
cambiamento o alterazione, perché questo lo riduce subito per essere
semplicemente una percezione e una maniera di vedere nella quale si ha
smesso di avere certezza e dove è infiltrato il dubbio.
In questa condizione deficiente è
necessario fare aggiustamenti, perché la condizione in se stessa non è
la verità.
Chi può avere bisogno di aggiustarsi alla verità, se per poter estenderla deve appellare a ciò che non è?
2. Gli aggiustamenti siano del tipo che
siano sono sempre parte dell'ambito dell'ego.
Perché la credenza fissa dell'ego è che tutte le relazioni dipendono dal fare aggiustamenti, per poter fare di loro ciò che esso vuole che siano.
Perché la credenza fissa dell'ego è che tutte le relazioni dipendono dal fare aggiustamenti, per poter fare di loro ciò che esso vuole che siano.
L'ego ha nominato se stesso mediatore di
tutte le relazioni e fa tutti gli aggiustamenti che crede che sono
necessari e li interpone tra quelli che devono essere conosciuti, al
fine di mantenerli separati e di impedire la sua unione.
Questa pianificata interferenza è ciò che fa che ti risulta tanto difficile riconoscere la tua santa relazione
tale è come è.
3. Coloro che sono santi non
interferiscono con la verità.
Non hanno paura, perché la verità si trova lì dove riconoscono la loro santità e dove gioiscono dovuto a ciò che vedono.
Non hanno paura, perché la verità si trova lì dove riconoscono la loro santità e dove gioiscono dovuto a ciò che vedono.
La contemplano direttamente senza
tentare di adattarsi a essa né che essa si adatti a loro.
E così si rendono conto che questa si trovava
già in loro, perché non hanno deciso prima dove dovrebbe essere.
Il fatto stesso che loro la cercano
solleva una domanda e ciò che vedono è ciò che dà la risposta a loro.
Tu fabbrichi il mondo e dopo ti adatti a esso e fai che esso si adatte a te. E non c'è alcuna differenza tra esso e te nella tua percezione la quale ha inventanto entrambi.
4 Tuttavia rimane una domanda a cui rispondere, la quale è molto semplice. Ti piace ciò che hai
fabbricato?
Un mondo di assassinati e di attacco, per il quale fai
strada a te stesso, timidamente in mezzo ai costanti pericoli, solo e timoroso,
aspettando al massimo che la morte dimori un po' prima che possa
avventarsi sopra di te e tu possa scomparire.
Tutto ciò sono le fabbricazioni tue. È
un quadro di ciò che credi di essere. Di come vedi te stesso.
Gli assassini sono terrorizzati e quelli che uccidono hanno paura della morte.
Gli assassini sono terrorizzati e quelli che uccidono hanno paura della morte.
Tutte queste cose non sono che i
temibili pensieri di quelli che si adattano a un mondo che è diventato temibile dovuto agli aggiustamenti che loro stessi hanno
fatto.
E lo contemplano con dolore, dalla sua propria tristezza
interiore e vedono la tristezza in esso.
5. Ti sei chiesto mai come è
in realtà il mondo e che aspetto avrebbe se fosse contemplato con
gli occhi felici?
Il mondo che vedi non è che un
giudizio rispetto a te stesso. Non esiste in assoluto. I tuoi
giudizi nonostante ciò, rispondono a esso con una sentenza, la
giustificano e la fanno diventare reale.
Questo è il mondo che vedi: un
giudizio contro te stesso e che tu stesso hai emesso.
L'ego protegge
gelosamente quella immagine malata di te stesso, perché essa è la
sua immagine ed è ciò che ama e la proietta sul mondo.
E tu sei costretto ad adattarti a
questo mondo, mentre continui a credere che quella immagine è qualcosa
esterna a te e che ha controllo su di te.
Questo mondo è spietato e se fosse
fuori di te avresti certamente motivo per essere intimorito.
Però
sei stato tu quello che lo hai fatto diventare spietato e sebbene
questa inclemenza che sembra di rivolgersi contro di te può essere
corretta.
Non accettare i giudizi del mondo come la risposta alla domanda “ Cosa sono?” Il mondo crede nel peccato, però la credenza che lo ha fabbricato tale e come tu lo vedi non si trova all'esterno di te. Un corso di miracoli.
Grazie bellissimo essere per essere presente nella mia vita e per leggere i miei post. Pioggia di benedizioni e abbondanza. Ti amo. Tu sei me e io sono te. Namastè. Google. Tutti post del corso di miracoli.
6. Chi dopo che si trova in una relazione santa, potrebbe continuare ad essere non santo per molto tempo?
Il mondo che vedono i santi è uno con loro, nella stessa maniera in cui il mondo che vede l'ego è somigliante a lui.
Il mondo che vedono i santi è bello perché ciò che vedono in esso è la sua propria innocenza. Loro non hanno imposto a esso ciò che doveva essere né hanno fatto che si adattasse ai suoi comandamenti.
Semplicemente hanno chiesto con un lieve sussurro: “ Cosa sei? ” e quello che si prende cura di tutta la percezione ha risposto a loro.